Rumeli Hisari-Ingresso, Mappa, Migliore Guida

Rumeli Hisari che, riprodotto su di un francobollo turco, effigia Istanbul e il Bosforo, e che rappresenta uno dei più begli esemplari di architettura militare del mondo, sorge nella parte centrale del Bosforo come un nobile edificio della storia. Entrando nel cortile interno del Forte, che da 514 anni attesta alle navi di passaggio lo splendore del suo passato, ci si rende conto che in esso ogni evento contemporaneo non trova eco alcuna; è la storia che parla, una storia che ha imposto, tanto alla sua epoca che alla nostra, di accettare la sua dignità e gravità. Attraverso il cortile, un passaggio in salita conduce gradatamente in cima dove due imponenti rocche, una per lato, raggiungono le nubi e sembrano inseguirle. Mura, in dolce gradiente, discendono verso una terza roccaforte sulla costa formando così una armoniosa unità. 

Mappe

 

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Ingresso
Fortezza d’Europa (Rumeli Hisarı)

Estate: 1 aprile – 31 ottobre, aperto dalle 9:00 alle 17:30.

Inverno: 1 novembre – 31 marzo, dalle 9:00 alle 17:00.

Ultimo ingresso e chiusura della biglietteria: 1 ora prima dell’orario di chiusura.

Lunedi chiuso. Il primo giorno delle festività religiose, la fortezza apre alle 13:00.

Istanbul Museum Pass – Ingresso ai musei e moschee

 

Come tutti i grandi edifici costruiti dal genio, questa Fortezza, che riempie il suo spazio con tutta la dovuta maestosità e contegno, occupa una esatta posizione geografica e strategica. 

I Turchi giunsero sulla riva asiatica del Bosforo agli inizi del quattordicesimo secolo ed entro la prima metà dello stesso ebbero il controllo di tutta quella fascia di terra. Beyazid I, uno dei primi regnanti dello Stato Ottomano, costruì il Forte che vedete sulla riva opposta, ossia l’«Anadolu Hisari», detto anche «Guzelce Hisar». Dopo aver conquistato una parte della penisola balcanica attraversando il «Çanakkale» (i Dardanelli), i Turchi circondarono Istanbul dalla Tracia. Mehmet II, il ventunenne sovrano, si prefisse di conquistare Bisanzio, ormai in decadenza dal punto di vista politico, militare e sociale. Con questo progetto in mente, il primo passo del giovane sovrano fu quello di costruire un Forte in questo punto. La funzione dei due Forti sulle opposte rive del Bosforo era quella di controllare lo stretto, gli aiuti che venivano a Bisanzio e il traffico delle navi straniere in transito da e per il Mar Nero. L’ampiezza del Bosforo in quel punto è di soli 660 metri, ossia il punto più stretto. La strategia turca si valse di questo fatto. Prova ne sia che nel novembre 1452 la flotta veneziana al comando di Antonio Rizo fu affondata per non aver obbedito ai segnali fatti dal Forte. 

La costruzione dell’«Hisar» iniziò con gli apprestamenti messi in opera nell’inverno del 1451-52. II giovane sovrano, giunto sul posto nel marzo 1452, cominciò a prestare la propria opera personale alla costruzione del Forte, insieme a mille capomastri e duemila operai. E’ un particolare ben noto che tutti i Visir e Pascià si unirono al sovrano nel dare man forte alia costruzione dell«Hisar» trasportando pietre e materiali da costruzione. Tutte le fonti storiche sono concordi nell’affermare che l’opera fu portata a termine in quattro mesi, vale a dire nell’agosto 1452. La costruzione di un edificio simile in così breve tempo e in condizioni medioevali costituisce la prova che i Turchi, in paragone ai loro vicini, erano non solo superiori sul terreno militare ma anche in quelli tecnico e culturale. 

Sembra che la rocca superiore destra fosse stata costruita sotto la supervisione di «Saruca Pasa», quella di sinistra sotto la supervisione di «Zaganos Pasa» e quella sulla costa sotto la direzione di «Halil Paşa». L’iscrizione sulle mura della rocca di sinistra sembra confermare la voce popolare secondo cui fu proprio «Zaganos Paşa» a erigeria. 

La rocca superiore destra si leva a un’altezza di 43 metri dal livello del mare, quella di sinistra a 57 metri. L’area fra le due rocche forma un vallo. Al tempo in cui fu costruita, la rocca sottostante quasi raggiungeva il mare ed era protetta da un muro di cinta. L’architettura dei tre fortilizi e delle mura che li cingono era stata calcolata molto bene. In relazione al grado della loro importanza strategica, lo spessore delle mura varia dai tre ai cinque metri. La porta della rocca costiera dà adito a un cortile interno mentre quale soprastanti non hanno porte che si aprono nelle mura né alcun’altra comunicazione con esse. Per questa ragione, una volta che le porte principali delle due rocche – raggiungibili per mezzo di scale – erano chiuse, ogni comunicazione col mondo esterno veniva tagliata. 

Il diametro esterno della rocca di destra misura 23 metri; il suo muro è spesso sette metri ed è alto 33, se misurato dalle fondamenta. Quella sulla costa ha le stesse misure, salvo che è più alta di due metri. La rocca di sinistra presenta misure un po’ differenti: il diametro esterno è di 26,70 metri, il suo muro è spesso 5,7 metri e la sua atezza è di 25,30 mteri. Le due rocche superiori hanno forma cilindrica mentre quella sulla costa ha dodici angoli. Ci sono cinque torrette fra le due rocche superiori, sei fra la rocca di sinistra, quella costiera e la rocca di destra. Una Fortezza di tali dimensioni si pone fra le costruzioni medioevali più imponenti del mondo. 

Dentro alle rocche c’erano dei piani costruiti in legno: la rocca costiera aveva otto piani; le altre due, nove ciascuna. Di questi, solo i piani della rocca superiore destra sono rimasti. 

Le piazzole delle torrette fra le rocche erano a cielo aperto e i fianchi forniti di feritoie. La cima delle tre grandi rocche aveva una cupola di legno ricoperta di piombo. Cupola, sembra, esistita fino al diciannovesimo secolo. Tournefort, che giunse a Istanbul agli inizi del diciottesimo secolo, ricorda queste cupole e il pittore Melling ne accluse il disegno nel suo bell’ album stampato a Parigi nel 1819. 

Al centro del cortile sorgeva una piccola moschea fatta costruire dal Conquistatore. Di essa oggi resta solo il minareto. 

Dopo la conquista di Istanbul e la costruzione di numerosi forti turchi sul Mar Nero, «Rumeli Hisari» perse la sua importanza strategica. Al tempo del Conquistatore, «Gedik Ahmet Pasa», uno dei Visir più in vista, si era opposto a mobilitare delle truppe da inviare in Albania. Per questa ragione, fu imprigionato nella Fortezza. In seguito a ciò, nacque l’idea di usare «Rumeli Hisari» come prigione. I Giannizzeri colpevoli di qualche reato vi venivano condotti con barche a remi © la loro esecuzione veniva annunciata con colpi di cannone. Quando cominciarono a imprigionare le delegazioni europee, il Forte acquisì una speciale reputazione. Il famoso storico austriaco Hammer ricorda i nomi di alcuni ambasciatori colà imprigionati e si può ancora leggere ciò che scrissero sui muri delle loro celle. Nel 1551 vi fu imprigionato l’ambasciatore di re Ferdinando. Nel 1593, in seguito a un’evasione dal Forte di un gruppo di carcerati stranieri, alcune guardie turche furono passate per le armi. Durante la guerra di Creta, l’ambasciatore veneziano Sorenzo, che allora si trovava a Istanbul, ebbe la proibizione di corrispondere con il suo Paese. Poiché disobbedì a quell’intimazione, lui e il suo seguito furono imprigionati nella Fortezza. Più tardi, quando risultò che il vero colpevole era il capo traduttore Grillo, lo sventurato subì la condanna. Evliya Çelebi, il ben noto storico turco e autore di libri di viaggi, ricorda nei suoi scritti che 300 giannizzeri furono continuamente impiegati a presidiare il Forte dove erano installati 105 cannoni. 

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