Palazzo Beylerbeyi-Ingresso, Mappa, Migliore Guida

In quest’area un tempo esisteva un antico palazzo costruito da Mahmud II fra gli anni 1826-27. Quando venne devastato dal fuoco, Abdul Mecit I si trasferì a Palazzo Ciragan, ma alla sua morte, suo fratello ed erede Abdul Aziz fece ricostruire in mar­mo la facciata (1865), così come oggi il palazzo ce la presenta, e precedette a fare alcune radicali modificazioni. Un visitatore che ha davanti ai suoi occhi questo gioiello di marmo riflesso nelle acque del Bosforo, si rende conto di trovarsi davanti a una delle opere eccezionali della nostra architettura; sentieri ben tenuti nel parco, coperti di sabbia o ghiaia, alberi di ma­gnolie, pini, elianti, selve di canne, lanterne che riflettono un biancore brillante e torce compongono questo modello di ca­stello reale; dietro il parco, file di terrazze sovrapposte, che ostentano alberi tanto numerosi quanto esse sono rare, scalano il fianco della montagna coprendola di un ombrello profumato.

Mappe

 

Palazzo Beylerbeyi su Mappa(Google Maps)

 

Posizioni di tutti i monumenti storici su piudistanbul.com sulla mappa (Google Maps)

 

Contattaci per Visite Guidate

 

Orari d’Ingresso

Aperto dalle 9:00 alle 17.00
Chiuso: Lunedi,Giovedi

Prezzo di Biglietto: 40TL

Prezzo Scontato:2 0TL

L’ala del palazzo che porge su Uskudar è ben degna del ruolo di residenza estiva di un monarca; spaziosa, luminosa, la sua estensione impone allo sguardo di fermarsi. Nulla man­ca. La porta principale dà accesso a una bella corte ravvivata dallo splendore e dai mille e uno colori dei lampadari di cri stallo di Boemia.

Un superbo vaso di Sèvres decorato a peonie e gigli richia­ma l’attenzione del visitatore, senza contare la ghiotta appari­zione di ananas che ottengono tutto il suo ammirato consenso.

La stuoie di paglia, tanto comuni negli interni delle case turche, coprono la maggior parte delle anticamere e dei sog­giorni.

Un’ ampia sala a sinistra serve da sala d’aspetto per i visi­tatori. Un ampio tavolo quadrato con incrostazioni arreda il centro dei pavimento e il suo aspetto brillante si fa notare; è un esempio magistrale dell’arte dell’intarsio.

Prendiamo lo scalone, del tipo di quelli che abbiamo trova­to nei palazzi ottomani; larghi scalini ci conducono al primo pianerottolo dal quale i rami di una doppia scalinata ci fanno salire al primo piano.

Due grandi vasi giapponesi sono collocati ai Iati dello sca­lone mentre un immenso lampadario di cristallo di Boemia sembra incombere sui visitatori che accoglie sotto la sua gran­fio e policroma mole.

Nel salone centrale notiamo un altro lampadario di Boemia la cui tinta verde smeraldo lo distingue dall’altro visto pocanzi. Quattro candelabri sono disposti ai quattro angoli della stanza; i loro cristalli riflettono tutti i colori dell’arcobaleno.

Sala delle Udienze 

Sulla destra è la sala delle udienze del sovrano; le pareti sono tappezzate in tinta noce, il «parquet» impeccabile dimostra la cura con la quale è tenuta nel massimo ordine questa gemma di palazzo. Ci sono tre tavoli all’interno della stanza; quello al centro viene dal Giappone. I lampadari sono ancora opere di Boemia e diffondono con le loro gocce di cristallo luci verdi e rosse che incantano il nostro sguardo.

Stanza della Preghiera-Namaz Odası

Lasciando questa stanza e attraversando ancora una vol­ta il salone centrale, troviamo un altro gioiello sulla destra; il locale, chiamato la «stanza della preghiera», ha lampadari di cristallo e reca numerosi versi e sacri testi arabi appesi alle pareti. Attrversando questa sala ci troviamo in direzione del par­co : procediamo in mezzo a specchi che fiancheggiano il nostro passaggio lungo il quale qua e là notiamo, anche per le loro inconsuete dimensioni, dei vasi di porcellana delle manifatture di Yildiz.

La sala a sinistra serviva da soggiorso, per il riposo dopo i pasti.

Sala di Pranzo-Selamlık Yemek Odası

Il grande vano sulla sinistra era adibito a sala da pranzo; vi sono 25 sedie con un tavolo allungabile; ha pannelli color noce e un grande lampadario diffonde una luce riposante. E’uno dei più bei locali del palazzo.

Salone con Piscina-Havuzlu Salon

Visitata questa parte e attraversando il corridoio centrale,raggiungiamo il centro del palazzo dove, dopo aver ammirato un grande vaso con una patina d’argento, entriamo in un bel soggiorno in stile barocco di architettura tedesca. Il locale è fiancheggiato da grandi arcate che l’arricchiscono con le loro lampade di cristallo di Boemia in maestosa discesa dai soffitto.

 

Altre lampade, poste agli angoli del salone, completano l’illu­minazione. Recano il marchio della fabbrica di Beykoz e sono dieci in numero, tutte rilucenti d’oro e risplendenti per lo smal­to della loro porcellana boema!

Ci sono delle colonnine di cristallo veneziane, di forma serpentina e del tipo di quelle che vedemmo nello splendido Palazzo Dolmabahce; queste però sono di color verde mentre a Dolmabahpe erano di un rosso rubino.

Il salone è circondato da grandi colonne azzurre; due grandi vasi della fabbrica di Yildiz adornano la stanza.

Sala delle Udienze degli Ambasciatori(Elçi Kabul Odası)

Ai quattro angoli si aprono quattro vani separati fra loro; il primo, a sinistra, serviva da sala per le udienze degli ambasciatori; le pareti sono addobbate con pannelli di noce. I mobili sono indorati e i baldacchini e le sedie a braccioli sono in legno lavorato e incrostato che recano, come motivi preminenti, delle scene pastorali con uccelli riprodotte artistica­mente.

Il lampadario centrale di cristallo di Boemia è rosso e verde.

Sala di İmperatrice Eugenia-Stanza No:24-24 Numaralı Oda

Uscendo da questo locale per recarci di fronte, incontriamo la sala storica occupata da Eugenia, imperatrice di Francia. Il letto imperiale, ricoperto in verde pallido, è di artigianato parigino. La camera è ammobiliata secondo il gusto del tempo, con tutta la dovizia e tutto lo splendore che si ad­dicono a un ospite regale del Sultano Abdul-Aziz. Le stanze da bagno collegate alla camera imperiale deliziarono l’imperatrice. Si disse che quando l’augusta ospite lasciò le rive del Bosforo, portò nel suo bagaglio un modello di questo «Hamam».

Napoleone III progettò di venire a Istanbul durante la guerra di Crimea, quando sull’Impero Ottomano regnava il Sultano Abdul Mecit. Il Sultano diede istruzioni al Direttore dei Palazzi Imperiali di scegliere un luogo adotto sulle rive del Bosforo e fu scelto il palazzo di legno di Baltalimani. Il sovrano si occupò personalmente dell’arredamento di questo edificio.

Il nido di zanzare sopra il letto dell’imperatrice Eugenia era cosparse di minuscole perline. Ragioni politiche impedirono a Napoleone III di venire in Turchia ed egli fu costretto a rinunciare a questo progetto che gli era stato molto caro.

Perciò il sovrano francese mandò sua moglie al suo posto, allo scopo di restituire la visita che il Sultano Abdul Aziz gli aveva fatto. Eugenia sbarcò a Istanbul nell’Ottobre 1869 e si recò al palazzo d’estate di Beylerbeyi, da quattro anni prepara­to per questo scopo. Uno stupendo caicco, con magnifici ornamenti e 21 paia di remi, la portò dalla passerella dello yacht imperiale «L’Aquila» al pontile di sbarco di questo pa­lazzo. Siccome le autorità ottomane pensavano che alla so­vrana avrebbe potuto far piacere visitare Izmit, un cocchio lussuoso era stato apprestato per questo scopo.

Le accoglienze all’imperatrice francese furono particolar­mente calorose e solenni. Entrando nelle acque del Bosforo, «L’Aquila» salutò la terraferma con le salve di rito e le navi ancorate nel porto risposero con salve di benvenuto. Poi «L’Aquila» si diresse verso Beylerbeyi mentre il Sultano Abdul Aziz, a bordo del suo caicco imperiale munito di 13 paia di remi si apprestò a salire al barcarizzo dell’«Aquila» per dare il benvenuto all’ospite imperiale e accompagnarla negli appar­tamenti appositamente riservati a lei nel palazzo di Beylerbeyi.

L’approdo della residenza imperiale era gremito di gente e autorità là convenuti su invito. Come entrò nel Palazzo, le dame della corte imperiale, nei loro sgargianti costumi, formarono un’ala d’onere per dare il benvenuto alla moglie di Napoleone III

L’imperatrice indossava un manto di color chiaro con uno strascico e una corona imperiale in testa. Abdul Aziz, dopo aver porto gli omaggi tradizionali, richiesti dal protocollo, tornò a Dolmabahce.

 

L’imperatrice, dopo un breve riposo, si recò nel Palazzo Imperiale per restituire la visita all’augusto anfitrione e presentarsi alla madre del Sultano; alla sera andò a fare un giro per la città.

Durante tutto il suo soggiorno nella nostra capitale, feste, inviti e ricevimenti si susseguirono senza sosta in onore dell’imperatrice di Francia che visse a Istanbul come la regina di un meraviglioso racconto orientale, sotto un cielo radioso di giorno e argentato di stelle la notte.

Oggi, questa stanza del Palazzo Beylerbeyi che ospitò l’imperatrice Eugenia rimane sorda e silenziosa ma rievoca, in mezzo all’oscurità, le serate del secolo scorso quando i fuochi artificiali illuminavano la volta del cielo per celebrare l’arrivo di Eugenia nelle incantate sponde del Bosforo!

 

E’ venuto il momento però di ritornare nel grande salone delle cerimonie che fu teatro di importanti eventi politici.

Dopo la visita ufficiale resa ad Abdul Hamid II a Dolma­bahce, il Granduca Nicola di Russia presenziò a un ricevimen­to protocollare nei saloni di Stato di Palazzo Beylerbeyi. Fu subito dopo la fine della guerra russo-turca. Mentre ospiti e autorità affollavano il palazzo, la cerimonia ebbe inizio sul pontile di Beylerbeyi. Il Sultano Abdul Hamid II e il suo seguito imperiale vi furono portati da un caicco di gala; il Granduca salutò l’imperatore Osmanli al piano terra; poi i due uomini si sedetero sulle sedie a braccioli intorno al tavolo nella sala che si affaccia sul Bosforo.

Il primo ministro Vefik Paşa si pose dietro il suo sovrano e l’ambasciatore russo accreditato presso la Porta Sublime si sedette dietro il Granduca.

Venne servito del caffè in bicchieri ingioiellati e poco dopo gli invitati furono ammessi nel salone. Alcuni personaggi, appartenenti all’esercito dello zar, erano in uniforme; gli uf­ficiali superiori in divisa cosacco si pavoneggiavano mettendo bene in vista le cinture di cartucce che decoravano entrambi i lati delle loro casacche.

 

La missione slava non rimase a terra a lungo preferendo tornare a bordo del «Livodia», la nave che li riportò nelle loro acque.

Harem

Usciamo ora dalla porta di sinistra dello stesso salone. E’ quella dove comincia L’Harem: c’è una spaziosa sala vuota con un immenso lampadario che scende dal soffitto, cui segue la sala di ricevimento della Prima Moglie. Colpisce il nostro sguardo un lampadario di Boemia in cui predomina il colore rosso. Continuando a destra, vediamo il soggiorno dell’Harem che ha un lampadario di vaste dimensioni, notevole per la sua bianchezza. Oltre a un armadio intarsiato di madreperla, opera di Damas, notiamo a destra un tavolo quadrato che imita un capitello, decorato con motivi a forma di stalattiti secondo Io stile degli alti capitelli di tipo turco. La speciale caratteristica ai quest’opera d’arte è che risulta tagliata tutta d’un pezzo da un tronco d’albero. Quasi di fronte si notano alcuni attra enti scrittoi e scaffali per libri, opera di un artigianato sopraffino. Un armadio, a destra mentre si entra, viene da Parigi; è sormontato dal monogramma del Sultano Abdul Aziz; il «toughra» è di pelle e ai caratteri dorati. Ancora a destra c’è uno scrittoio, anch’esso di Parigi, con cassetti segreti secondo la moda del tempo; a centro dello scrittoio campeggia uno specchio che consente alla persona che scrive di vedere alle sue spalle e assicurarsi che nessuno la stia spiando.

Nella stessa stanza, sulla sinistra c’è un altro scrittoio, un’opera intarsiata di madreperla. Un armadio collocato vicino alla porta rivela la mano di un falegname dotato di estrema bravura.

Uscendo da questa stanza, scendiamo al piano inferiore.

Stanza di Abdul Hamid II

La camera a destra del secondo piano è quella che oc­cupava Abdul Hamid II quando morì, dopo la sua deposizione e il ritorno da Salonicco. Il Sultano aveva scelto questa camera che porge sulla terraferma per non avere continua- mente sotto gli occhi le sontuose residenze imperiali che fu­rono la gloria del suo regno tramontato. Esalò il suo ultimo respiro in un letto molto modesto; egli stesso vestiva con grande semplicità e si accontentava degli arredi più sobri, sebbene fosse stato un uomo esigente e di carattere autori­tario. La sala adiacente alla camera da letto del precedente monarca fu occupata da una delle sue mogli che lo assistette e prevenne ogni suo più piccolo desiderio.

 

Sala da Pranzo dell’Harem

Proseguendo la visita, troviamo a sinistra la sala da pranzo dell’Harem: un tavolo al centro, con venti posti, quattro cre­denze laccate, quadri storici appesi alle pareti, tra i quali di spicco sono le nature morte del pittore militare Seker Ahmet Paşa.

 

Quindi, seguendo un oscuro corridoio, entriamo in un soggiorno sulla destra; i sofà e le sedie che lo arredano hanno le spalliere quasi ad angolo retto, talché gli occupanti sono obbligati a sedere in posizione ben eretta, non del tutto confortevole. Ecco il perché la sala è nota con la denomina­zione di «Sala da posizione di guardia». Lampadari di Boemia riflettono le loro tinte arcobaleno e scendono da una galleria risplendente d’oro, notevole per la sua costruzione monolitica.

Sala di Ricevimento del Ministero della Marina-Halatlı Oda

Un poco più avanti troviamo un altro soggiorno chiamato la sala di ricevimento del Ministero della Marina: in essa sono particolarmente degni di nota gli schienali di legno scolpito delle sedie per gli artistici motivi che raffigiurano delle funi di nave, cesellati nel legno e coperti di indorature.

Uscendo da questa sala ci troviamo nel magnifico salone con la fontana che reca un bacile enorme e molto basso, con i bordi intagliati.

Sala Blu-Mavi Salon

Ai quattro lati della vasca sono disposti quattro vasi, blu e bianchi, di altezza umana, prodotti a Yildiz. Tre immensi lampadari sembrano cadere dall’altezza del soffitto; il primo al centro, gli altri due ai lati.

Ci sono anche dei candelabri, otto in numero, sostenuti da colonne di marmo; la loro luce è diffusa da cristalli di Baccarat.

Diciotto colonne di marmo attorniano il salone. Il grande specchio veneziano, che abbiamo di fronte, provoca i riflessi d’darcbaleno la cui luce risplende davanti ai nostri occhi.

Vi consiglio di riempire questo bacile di acqua cristallina, di circondarlo con i fiori più belli della creazione, di illuminare tutta la scena con le lampade a vostra disposizione, di invitare qui i vostri amici migliori e sedere accanto a questa magica acqua per essere trasportati nella terra dei sogni!

Sala d’attesa degli Ospiti-Misafir Bekleme Odası

Uscendo a malincuore da questo magnifico salone, ci troviamo nel primo locale, che già conosciamo. Potremmo dire che la visita al palazzo è terminata. A destra vediamo ancora la sala d’attesa degli ospiti; un Gobelin che raffigura un leone e alcuni affreschi murali adornano la sala; un grande lampa­dario e un tavolo, vero capolavoro di intarsio, completano l’arredamento dello spazioso salone.

 La nostra prossima fer­mata sarà al campo Kucuk Su (Piccole Acque).

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.