Gran Bazar Istanbul-Migliore Guida

Fondato nel 1461 dal Sultano Mehmet II, il bazar fu progettato come il cuore commerciale di un impero.

Non è semplicemente un edificio né un mercato e neppure un quartiere, quello che ci troviamo di fronte, ma una città, un’area urbana separata, con vicoli e strade propri, passaggi a pedaggio, un labirinto di negozi e di accessi in complicata in­terdipendenza, sempre affascinanti da esplorare.

Orari d’Ingresso

Aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:00.

Chiuso la domenica e tutti i giorni delle festività religiose.

Ingresso gratuito.

Mappe

 

Gran Bazar Istanbul su Mappa (Google Maps)

 

Posizioni di tutti i monumenti storici su piudistanbul.com sulla mappa (Google Maps)

 

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Per convenzione, è una città senza monumenti di rilievo, ma il Gran Bazar, il più vasto «souk» orientale del mondo, sarebbe di per sé una meta sufficiente per visitare la nostra metropoli. E’ l’ambiente più pittoresco, con le sue finestre che risplendono d’oro e di diamanti, caldo d’inverno, fresco nei mesi della calura, intersecato da vialetti ombrosi e poco noti che convergono, senza che ce se ne accorga, sui viali affollati di passanti.

Sorse nel 1461, sotto Mehmet il Conquistatore, per la par­te nota come «Bedestan». Solimano il Magnifico, Mehmet IV e Mustafa II successivamente estesero la sua area o allarga­rono i precedenti settori (1651-1701) in conseguenza di terre­moti, incendi o altre calamità che richiesero riparazioni.

Nel grande terremoto del 1894 il Gran Bazar fu grave­mente danneggiato per cui si resero necessari estesi restauri; nel 1954 fu in parte distiutto dal fuoco e dovette ancora una volta essere riordinato. I reiterati restauri e i mutamenti nella vita sociale ed economica hanno avuto le loro ripercussioni sull’esistenza del Gran Bazar, I muri delle arcate, le cupole, che consentirono a ogni negozio di aprire numerosi «satelliti», hanno subito cambiamenti: o sono stati demoliti o moderniz­zati con vetrine illumunate al neon che rompono l’antica at­mosfera di questo immenso mercato coperto… Ma noi siamo impotenti di fronte al progresso e, nonostante questo nuovo aspetto, il Gran Bazar continua ad offrire ai suoi avventori molte belle e rare curiosità.

Non è nostra intenzione farvi visitare da cima a fondo il dedalo delle sue strade e vicoli; l’impresa sarebbe troppo dif­ficile, ma, per orientarvi, preciserò che se entrate dalla porta della «Nur-u-Osmaniye», il viale che vi sta di fronte porta di­rettamente a piazza Beyazit. Mi interessa farlo notare perché dopo la visita al Gran Bazar, mi prefiggo di condurvi al mer­cato del libro usato, vicino alla Moschea Beyazit. Se passiamo per la «Nur-u Osmaniye», per raggiungere il reparto dei gioiel­lieri del Bazar, dobbiamo prendere la prima via a destra. Sono in vendita al pubblico articoli di gioielleria in oro, argento, platino, diamanti tagliati e altre gemme e pietre preziose. E’un centro del commercio del diamante.Circa 100.000 kg d’oro sono scambiati nel bazar ciascuno anno.Anche Grande Bazar ha una lunga storia di fatti a mano gioielli.Ancora tradizione di fatti a mano gioielli continua comunque potete far rendere gioielli piu specifici agli artisti.

In un punto noterete un negozio a forma di piccolo chios­co; un tempo vi si misurava il latte di una latteria. Una piccola scala a chiocciola vi porta al piano superiore della minuscola costruzione; vi consigliamo di dare uno sguardo di lassù al mercato che si distende immediatamente sotto di voi. E’ una veduta limitata ma non priva di interesse…

A sinistra del chioschetto c’è una porta a battenti di vet­ro; scendendo i due scalini arriverete al reparto antiquariato dei «Bedestan»; vi sono in rame e bronzo, ricordi di ogni spe­cie da costituire vere tentazioni per il visitatore. E’ un campo da esplorare, incrociato come una scacchiera, in cui i vicoli si incrociano e si intersecano senza fine; vi si possono trovare stufe, bracieri, armi, corazze, icone, tappeti, ricami, anelli, mo­nete antiche, vasi di porcellana, oggetti lavorati in argento, ogni specie di tesori. Qua e là, sulle nostre teste sono sospese lampade e vecchie lanterne dai molti colori; riflessi rosa palli­do e turchese provengono dai loro globi, oggi antiquati eppure tanto familiari per la luce che solevano versare…

Questa guida non può pretendere di dirvi tutto sul bazar, non avrebbe Io spazio sufficiente e, inoltre, non sarebbe con­sono con il programma della vostra visita trascorrere tre o quattro giorni ad esplorare tutti gli angoli e i cantucci del ba­zar.

In ogni caso, ci sono alcuni punti del grande emporio che vi piacerebbe conoscere.

Nel 1880, secondo una statistica del tempo, l’area del Gran Bazar comprendeva due «Bedestan», 4.399 negozi, 2.195 soggiorni, un «Hamam», una moschea, dodici camere blindate per custodire gli oggetti di valore, dieci case di preghiera, due fontane, un serbatoio per le fontane, sedici punti per dissetarsi, otto prese d’acqua per i pompieri, ventiquattro «han», una scuola.

 

I commerci che si svolgevano sotto le volte di questa im­mensa città erano numerosi e vari; potete immaginarvi quanti fossero stati; alcuni sono scomparsi, altri sopravvivono ancora, divisi secondo la loro natura in strade che portano i nome dei loro generi. Ci sono i «Kovoukji» (lavoratori in acconciatu­re), i mercanti di fez e turbanti, i sarti, i venditori di fazzoletti, i pellicciai, i commercianti di pelli, i venditori di coltelli, le cu­citrici, o fabbricanti di fasce, cinture e sacche, i negozianti di tessuti, i dettaglianti di lanerie, gli specialisti nella pittura a mano di tessuti, i materassai, calzolai, i lucidatori, i fabbri­canti di specchi, gli indoratori, i cartai, i fabbricanti di astucci per gioielli, i confezionatori di perle, le ricamatrici, i commer­cianti di rosari, i cambiavalute, i gioiellieri, i tessitori di stuoje per pavimenti, i fabbricanti di sedie a braccioli e di tende, gli incisori, gli scultori, ecc.

Vedamoci ora in piazza Beyazit.

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